“E’ giusto conoscere Ansel Adams a fondo, anche e soprattutto saltando l’aspetto eminentemente tecnico. La fotografia parla di chi la scatta (o la prende?), quasi come in un autoritratto. E’ quindi la vita a parlare di un autore, tra esperienze e incontri; ma è importante ricercare le attitudini, quelle che partono da lontano. Scopriremo così come Ansel si sia distinto per il suo rigore, per l’impegno, per l’amore dedicato ai suoi soggetti. Rimane un esempio da imitare: in fotografia e non solo.
Circa le fotografie, questa volta abbiamo voluto premiare il volto dell’autore e non le sue fotografie. In fondo, è giusto così: i grandi maestri vanno anche guardati negli occhi.
L’infanzia e il ricorso alla natura
Adams Ansel, fotografo e ambientalista, è nato a San Francisco, in California, il 20 febbraio 1902. E’ cresciuto in una casa immersa tra le dune di sabbia del Golden Gate. All’età di quattro anni, una scossa di assestamento del grande terremoto del 1906 lo gettò a terra rompendogli il naso, segnandolo distintamente per la vita.
Figlio unico, Adams è nato quando sua madre aveva quasi quarant’anni. I suoi genitori relativamente anziani, la ricca storia familiare (poi crollata) e la presenza vivente della sorella nubile di sua madre, hanno rappresentato fattori che si sono uniti per creare un ambiente decisamente vittoriano ed emotivamente conservatore.
Una timidezza naturale ha causato ad Adams problemi di adattamento a scuola. C’è anche la netta possibilità che possa aver sofferto di dislessia. Non ebbe successo nelle varie scuole verso le quali lo indirizzarono i suoi genitori; di conseguenza, suo padre e sua zia lo istruirono a casa. Alla fine, è riuscito a raggiungere un “diploma di legittimazione”, forse equivalente al completamento della terza media.
Il risultato più importante di un’infanzia un po’ solitaria è stata la gioia che ha trovato nella natura, come dimostrato dalle sue lunghe passeggiate nelle zone ancora selvagge del Golden Gate.
Ansel Adams e la musica
A dodici anni iniziò a suonare il pianoforte e a leggere musica. Prese lezioni e la ricerca della musica divenne un sostituto dell’istruzione formale. Per la successiva dozzina d’anni il piano fu l’occupazione principale di Adams e, nel 1920, la sua professione prevista. Sebbene alla fine abbia rinunciato alla musica per la fotografia, il pianoforte ha apportato sostanza, disciplina e rigore alla sua gioventù irregolare. Inoltre, la formazione attenta e la precisione richieste a un musicista hanno formato profondamente la sua abilità visiva.
Ancora la natura, il matrimonio
Se l’amore di Adams per la natura era nato nel Golden Gate, questo venne rafforzato dalla Sierra Yosemite. Trascorreva lì un periodo considerevole ogni anno, dal 1916 alla sua morte. Dalla sua prima visita, Adams fu colpito e trasformato. Là ha camminato, scalato ed esplorato, acquisendo autostima e fiducia in se stesso. Incontrò sua moglie, Virginia Best, a Yosemite. Si sposarono nel 1928. La coppia ebbe due figli.
Gli incontri importanti Nel 1930 Adams incontra il fotografo Paul Strand, le cui immagini ebbero un forte impatto su di lui, aiutandolo ad allontanarsi dallo stile “pittorico” che aveva prediletto negli anni ’20. Adams iniziò a perseguire la “straight photography”, che si opponeva a ogni forma di manipolazione dell’immagine, estranea alle specificità linguistiche del mezzo fotografico. Nel 1927 Adams incontra il fotografo Edward Weston. Divennero sempre più importanti l’uno per l’altro: come amici e colleghi. Il rinomato gruppo f/64, fondato nel 1932, poggia sulla riconosciuta grandezza di Weston, accompagnata dall’energia di Adams. Il Gruppo f/64 ha portato la “fotografia diretta” all’attenzione di tutta la nazione.
Adams a New York, Alfred Stieglitz
Adams ha fatto la sua prima visita a New York nel 1933, per incontrare il fotografo Alfred Stieglitz. La loro relazione divenne intensa e la corrispondenza frequente, ricca e profonda. Tra gli anni ’30 e ’40, il circolo Stieglitz ebbe un ruolo vitale nella sua vita artistica.
La situazione economica di Adams non si presentava come delle migliori ed era costretto a dedicarsi quasi esclusivamente alla fotografia commerciale. Il lavoro però non era continuativo e le pressioni monetarie aumentavano e tali rimasero fino a tarda età.
Ansel Adams artista
Visto in un contesto di storia dell’arte più tradizionale, Adams è stato l’ultimo personaggio della tradizione romantica della pittura e della fotografia americana del diciannovesimo secolo. Oltre a ciò, i soggetti di Adams, come la bellezza naturale dell’Occidente, erano inconfondibilmente americani; e lo strumento scelto, la macchina fotografica, rappresentava un elemento tipico per la cultura del XX secolo.
Adams manifestò una personalità insolitamente generosa e carismatica. La sua grande fiducia nelle persone e nella natura umana fu ampiamente ricompensata. Più di ogni altro influente americano della sua epoca, Adams credeva sia nella possibilità, che nella probabilità dell’umanità, di vivere in armonia ed equilibrio col proprio ambiente. È difficile immaginare un artista più completamente americano: sia nell’arte, che nella personalità.
La visualizzazione dell’immagine che si vuole ottenere, ancor prima dell’esposizione e della stampa, è ciò che Adams ritiene fondamentale nel creare fotografie che, nel suo caso, hanno lo scopo ultimo di riflettere ciò che si prova di fronte allo spettacolo straordinario della natura.
Ansel Adams muore il 22 aprile 1984 a Monterey, California.
[Le fotografie]
Arnold Newman, Ansel Adams Carmel, California, 1976
Alan Ross, Ansel Adams e Imoghen Cunningham.
[Il fotografo, Arnold Newman]
Arnold Newman può essere considerato, a buon diritto, il più grande ritrattista di artisti e personalità della seconda metà del ‘900. Ha fotografato molti dei più importanti esponenti del XX secolo nell’arte, nella letteratura, nel cinema, nella musica, nella politica americana e internazionale, scrivendo la storia con la sua macchina fotografica.
Il suo ritratto più celebre, scattato a New York nel 1946, è quello del compositore e direttore d’orchestra Igor Stravinsky. Il musicista, seduto, nell’angolo sinistro inferiore della fotografia, occupa uno spazio limitato rispetto al grande coperchio di un pianoforte a coda. Ne risulta una composizione musicale (la vedremo dopo), dove il compositore è trattato alla stregua di un “dettaglio” di un grande spazio. Come dire: i rapporti tra soggetto e contesto si sovvertono, ma l’immagine acquista un’incredibile forza visiva.
Newman di fatto ha “inventato” il “ritratto ambientato”, un approccio al soggetto nel quale il contorno risulta essere essenziale: l’artista nel suo studio; il politico nel suo ufficio o davanti a un edificio governativo; lo scienziato nel suo laboratorio. “Le persone esistono nello spazio”, dice Arnold Newman, che unifica il ritratto di studio alla foto documentaria, già appartenenti alla tradizione della fotografia americana.
Arnold Newman è nato il 3 marzo 1918 a New York City. È cresciuto e ha frequentato le scuole ad Atlantic City, nel New Jersey, e a Miami Beach, in Florida. Ha studiato arte con una borsa di studio presso l’Università di Miami, Coral Gables, dal 1936 al 1938. E’ morto a New York il 6 giugno 2006. Generalmente riconosciuto come il pioniere del ritratto ambienttato, è anche noto per la sua fotografia astratta. Viene considerato uno dei fotografi più influenti del XX secolo.
Newman ha iniziato la sua carriera in campo fotografico nel 1938, lavorando negli studi di ritrattistica a Philadelphia, Baltimora e West Palm Beach. Sin da subito si è dedicato autonomamente alla fotografia astratta e documentaria. Nel giugno del 1941, Beaumont Newhall del Museum of Modern Art (MoMA) e Alfred Stieglitz lo “scoprirono”, e a settembre espose le sue opere alla A.D. Gallery. Lì ha iniziato a lavorare sulla ritrattistica sperimentale, sviluppando un approccio che è ancora ampiamente influente nella fotografia ritrattistica di oggi. Nel giugno del 1942, tornò a casa a Miami Beach, in Florida, a causa della guerra. Nel 1945, la mostra personale presso il Philadelphia Museum of Art, “Artists Look Like This”, attirò l’attenzione di tutta la nazione. Ben affermato, si è trasferito a New York nel 1946 dove ha aperto il suo studio, diventando anche un membro dell’American Society of Magazine Photographers (ASMP). L’approccio di Newman alla ritrattistica iniziò a influenzare la fotografia del tempo mediante pubblicazioni in America e all’estero. Seguirono rapidamente innumerevoli mostre e le sue opere vennero acquistate da parte dei principali musei. Nel 1949 sposò Augusta Rubenstein, dalla quale ricevette due figli: Eric, nato nel 1950; e David, nel 1952. La moglie è deceduta nel 2009. Gli sopravvivono due figli e quattro nipoti.
Arnold Newman è deceduto a New York il 6 giugno 2006.
[Il fotografo, Alan Ross]
Alan Ross è un fotografo ed educatore di fama internazionale, avendo lavorato fianco a fianco con Ansel Adams come suo assistente. Conosce l’approccio e la tecnica di Adams forse meglio di qualsiasi altro oggi.
Come artista, Alan è meglio conosciuto per le sue fotografie in bianco e nero dal tono squisito dell’ovest americano; le sue fotografie sono presenti in collezioni e gallerie di tutto il mondo. In qualità di formatore, è specializzato nell’aiutare i fotografi di qualsiasi livello nell’utilizzare tutti i formati e gli stili, a realizzare ed esprimere la loro visione fotografica.
Alan vive a Santa Fe, dove porta avanti il proprio lavoro, tiene workshop individuali sull’arte di vedere e padroneggiare la stampa, e scrive articoli e blog condividendo la sua vasta conoscenza dell’arte e dell’artigianato della fotografia.
Continua anche a essere lo stampatore esclusivo dei negativi Yosemite Special Edition, un incarico per il quale Adams lo ha selezionato personalmente nel 1975. Alan realizza ogni stampa a mano dai negativi originali di Adams, utilizzando le tradizionali tecniche della camera oscura.”
Mosè Franchi-Caffè Letterario
www.imagemag.it
fonte: https://www.imagemag.it/magazine/caffe-letterario/423-ansel-adams-la-natura-la-musica-l-impegno.html?fbclid=IwAR12Nj739pxaZooIY-YxnlN5MTpND0f9yRBRcd8_2uhbV99O2iAVzcZR4jo